Barchetta 1951

Testadoro Barchetta 1951

la vettura 1100 mai nata

 Storia e Contesto

Le cronache dell'epoca riportano la notizia di una vettura in corso di realizzazione per la classe Sport 1100. Tale notizia trova riscontro nelle parole dello stesso Giusti rilasciate in occasione di un'intervista concessa negli anni '90 a riguardo della sua attività nel mondo delle corse nel secondo dopoguerra. Infatti, deve essere ricordato che la famosa testata progettata dall'Ing Roselli era stata inizialmente pensata per il monoblocco della Fiat 508 "Balilla" da 995cc, che nella successiva Fiat "1100" era stato nel frattempo portato dal costruttore torinese a 1098cc. Il motore della Fiat 1100 è stato ampiamente sfruttato da quasi tutti i costruttori di vetture da corsa per la classe "Sport fino a 1100cc", e quindi era inevitabile che dopo alcune stagioni passate a sviluppare (e pubblicizzare) vetture per la classe 750, l'attenzione della coppia Giusti/Roselli e la loro "Casa dell'auto" si spostasse sulla classe immediatamente superiore, quella appunto fino a 1100cc.
Il progetto di vettura completa comprende una carrozzeria estremante bassa, filante e aerodinamica, unita ad un telaio nato per  rappresentare la massima evoluzione delle vetture Sport alla soglia degli anni '50. Il telaio è composto da una base con longheroni in tubi di robusta sezione in acciaio al Cromo-Molibdeno, e da una porzione superiore in tubi di minor sezione atta a garantire rigidità longitudinali e trasversali senza pari. Il passo è generoso (2400mm, pari a quello di vetture sportive più moderne, citiamo su tutte la Ferrari 250 GTO), e garantisce alla vettura l'aspetto di una barchetta di classe ben superiore.
Sebbene giunto fino al livello di definizione finale (numerosi i cartigli che lo testimoniano), il progetto si arenò a causa del ritiro di Giusti dalle competizioni e dal mondo dell'auto in generale, dovuto alla tragica morte di Roselli in un incidente stradale e alla preoccupazione crescente dell'adorata Andreina per i rischi correlati alle corse.
Il motore 1100 è stato quindi utilizzato nella celeberrima Revelli-Monaco Testadoro 1100, progettata dal maestro di tutti i grandi stilisti d'auto italiani, il conte Mario Revelli di Beaumont, il quale si aggiunge a Zagato e Bertone nella lista dei grandi carrozzieri e designer che abbiano legato il proprio nome al marchio Testadoro. Su questa vettura Gino Valenzano giunse, tra l'altro, decimo assoluto alla Coppa delle Dolomiti del 1947.


Lo stile

Lo stile di questa vettura è improntato alla ricerca della massima penetrazione aerodinamica; le ruote sono carenate da parafanghi perfettamente raccordati al corpo vettura, mentre le sezioni frontale e di coda rappresentano gli attacchi di ingresso e uscita tipici di un profilo alare. La vettura presenta un piccolo cupolino posto di fronte al pilota, e la ormai classica "gobba" alle sue spalle.
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