Drin Drin 1947

Testadoro Drin-Drin - 1947

La prima evoluzione

 Storia e Contesto

Sempre nel 1947, dopo la sperimentale "Sport", Giusti realizzò una seconda “barchetta” con la stessa base tecnica della prima. Il caratteristico nome della vettura sembra sia dovuto al soprannome della moglie di Giusti, Andreina. Come detto, anche su questa vetttura il motore originale della Fiat 500 "Topolino" dotato della "Testadoro" ancora nella primordiale versione di 660cc. Anche il telaio era quella della popolare vetturetta torinese, anche se sempre modificato, ribassato e irrigidito. Questa fu l'ultima testadoro a non essere dotata di telaio tubolare Gilco.
La Drin Drin vinse, secondo le cronache dell’epoca, una corsa a Montlhéry (Francia) ed ottenne numerosi buoni piazzamenti. 
  

Lo stile

Questa volta il design della vettura fu affidato alle mani esperte di Zagato, che disegnò una vettura caratterizzata da un’estrema pulizia delle linee. Per quanto possa sembrare anche troppo semplice nella definizione dei volumi, la vettura raggiunge sobrio equilibrio tra estetica e funzione, con molti "pieni" e pochi e ben dosati "vuoti" funzionali all'entrata e all'uscita dell'aria necessaria al raffreddamento del motore. La "Drin-Drin" è la prima Testadoro ad avere la caratteristica "gobba" dietro la testa del guidatore, elemento decisa "corsaiolo" che caratterizzerà da quel momento in poi tutte le vetture del marchio Torinese.
La Drin-Drin è decorata da una vezzosa scritta in corsivo minuscolo riportante il proprio nome (sul cofano anteriore) e, per la prima volta, dal logo stilizzato che ricorda un fulmine che sale verso l'alto, stilizzazione del logo che appare anche nella pubblicità della testa "plug & play" per Fiat 500.
Questa è l'ultima Testadoro con calandra sdoppiata, vagamente in stile "BMW", prima dell'adozione delle calandre uniche delle Marinella prima e Daniela poi.

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